
Trento
si sviluppò come insediamento retico di fondovalle. Nonostante non
esistano a tutt'oggi certezze sull'influsso che le tribù autoctone
retiche subirono da altre popolazioni antiche, è molto probabile
che la Valle dell'Adige, sentiero di transito nord-sud, abbia permesso
frequenti scambi culturali con i Veneti, gli Etruschi, i Cimbri
e quasi certamente Galli, popolazione celtica.
La conquista romana, dopo diversi scontri con le tribù retiche,
avvenne verso la fine del primo secolo a.C.. Trento, sorta già prima
della conquista come accampamento militare romano, venne battezzata
Tridentum (da tre denti, poiché vi sono tre colli che circondano
la città vagamente assomiglianti a tre denti).
In periodo augusteo il ruolo strategico della città crebbe,
essendo l'Impero impegnato in una serie di operazioni militari nell'arco
alpino. Trento si sviluppò a partire da una pianta quadrangolare,
delimitata da un lato dal fiume Adige, mentre dagli altri tre lati
era circondata da mura e fossati, con torri quadrangolari e porte
per l'accesso. Le vie cittadine si svilupparono in maniera ordinata,
parallelamente all'impianto del cardo e del decumano secondo i principi
dell'urbanistica romana. Tridentum era dotata di tutte le infrastrutture
proprie di un importante centro romano: era presente un foro, un
anfiteatro e una zona adibita alle sepolture all'esterno alle mura
della città. Era inoltre un importante snodo viario (per via della
Via Claudia Augusta): situata lungo la via Claudia Augusta Padana,
da Trento partiva anche la via Claudia Augusta Altinate che attraverso
la Valsugana collegava la città con il Veneto.
Nonostante la difficile situazione politica venutasi a creare
con la crisi politica dell'Impero, Trento rimase anche nel IV e
nel V secolo il centro economico, commerciale e militare della regione.
Attorno alla metà del IV secolo venne istituita la cattedra
vescovile, affidata al primo vescovo di cui si conosce solo il nome,
Giovino (Iovinus). L'istituzione della diocesi tridentina rappresentò
un passaggio importante, perché la figura del vescovo cercò sempre
di garantire alla città sicurezza e unità, nonostante le continue
incursioni straniere. Il terzo vescovo di Trento, successore di
Giovino e Abbondanzio, fu un patrizio romano, Vigilio. Egli cercò
di accelerare l'evangelizzazione del Trentino, di stabilire solidi
legami con l'esterno in particolare con Ambrogio e la Chiesa milanese,
di cui Trento era inizialmente suffraganea. La figura di Vigilio
rappresentò la prima grande guida della Chiesa tridentina (che nei
secoli successivi assumerà su di sé anche i poteri laici) e morì
martire in Val Rendena, divenendo patrono della città e oggetto
di venerazione in tutto il territorio della regione.
Nel VI secolo Trento venne occupata dai Goti, guidati da Teodorico.
In una lettera, il re goto, secondo quanto riportato da Cassiodoro,
invitò la città veneta di Feltre a collaborare con il municipio
tridentino per la costruzione di un nuovo centro urbano, probabilmente
da edificare nella Bassa Valsugana, che in realtà non venne costruito.
Secondo alcuni storici, di questo episodio, risalente al 523-526,
rimane traccia nella tradizione popolare cittadina, attraverso la
disfida che si svolge ogni anno durante le feste vigiliane tra i
Ciusi (i trentini) e i Gobi (a rappresentare le genti feltrine)
per la conquista della polenta, difesa dalle strozzere, contadine
armate.
In seguito i Franchi si impegnarono in continue incursioni
e spedizioni militari nel territorio del Trentino-Alto Adige. Per
cercare di preservare la città e di trovare un compromesso fra Longobardi
e Franchi, il vescovo di Trento Agnello (577-591) si rese protagonista
di una serie di iniziative di pace tra i popoli, impegnando anche
finanziariamente la diocesi per il riscatto dei prigionieri fatti
dai Franchi. A seguito di ciò si rafforzò la dominazione longobarda
che organizzò un Ducato di frontiera con capitale a Trento e retto
per primo dal duca Evino († 595). Con i Longobardi venne stabilita
per la prima volta l'area di influenza sulla quale si estendeva
il potere della città, il Tridentinum Territorium, che si estendeva
fino a sud di Merano, compresa la città di Bolzano. Solo i territori
più a nord dell'Alto Adige non erano soggetti all'autorità del duca
di Trento e rimanevano in mano ai Franchi e ai Bavari. A Evino succedette
Gaidoaldo che riuscì a espandere il ducato verso ovest, occupando
l'intera Valsugana e le valli del Cismón. In seguito il Ducato di
Trento perse la sua autonomia e divenne probabilmente un territorio
dipendente direttamente dalla corona longobarda.
Nel 982 Trento venne inglobata dagli Ottoni nel Sacro Romano
Impero Germanico.